venerdì 10 aprile 2009

Ma sono gli elettori ad essere schiavi dei partiti

In questi giorni di terremoto, dove i partiti hanno fatto a gara per accaparrarsi un po' di voti, la televisione un po' di ascolti e gli sciacalli un po' di "formaggio", sulla pelle dei morti, un grande evento politico che ha lasciato un morto per la strada ci ha lasciato completamente indifferenti. Forse perché atteso. E' la morte di Alleanza Nazionale, che si è fusa ufficialmente con il sedicente Popolo delle Libertà. Alla favolosa festa è stato proiettato un mosaico divertente e scombiccherato dove campeggiava anche Giorgio Almirante, che fu segretario dell'MSI. Dall'esperienza che nasceva dai dieci punti di Verona e si rifaceva alle parole di Mussolini sul "socialismo nazionale che non è nazionalsocialismo" , l'MSI di strada ne ha fatta molta. Fino ad anni recenti è rimasto la bestia nera: i suoi voti erano conteggiati ma nella pratica non contavano perché "anticostituzionali". Una patacca che poteva esistere solo in Italia, ma che consentiva alle Sinistre di disperdere i voti che non andavano a loro. Poi, dopo la svolta di Fiuggi che vide protagonisti il colto professor Domenico Fisichella e un rampante Gianfranco Fini, l'MSI venne sdoganato da Silvio Berlusconi. Durante tutta questa strada fatta di curve, l'MSI ha perso qualche pezzo fino a fondersi con Forza Italia. La sua morte era già annunciata da un pezzo: in cinque anni di governo non si erano sentiti che flebili vocine contrarie alla politica berlusconiana e tutte provienti al massimo da UDC e Lega, fino all'imbarazzante spettacolo dei rappresentati di AN che votavano la Devolution leghista sventolanto grottesche bandierine italiane alla Camera.
Ma gli elettori non sembrano essersi accorti di tutto questo, come non sembrano essersi accorti della stessa evoluzione della Sinistra: Berlinguer non scalava le banche, ma se ne andava dismesso fra gli appalusi dei cortigiani, che egli disprezzava profondamente. E oggi qualcuno lo appaia a D'Alema, con sprezzo del ridicolo.
Gli elettori non sembrano essersi neanche accorti di come possano convivere degli elementi che provengono dal PSI di Craxi e l'MSI di Almirante, che questi ultimi accusavano di ladronerie con un linguaggio che oggi definirebbero minimo minimo "comunista", tanto per abusare un po' di questo termine ormai privo di significato.
Gli elettori non si sono neanche resi conto di come sia stato possibile far alleare con Berlusconi la Lega, che dieci anni fa usava un linguaggio talmente esagerato persino per gli antiberlusconiani militanti, e sosteneva, insieme all'MSI, le Procure di Mani Pulite.
D'altronde anche l'Italia dei Valori soffre di un certo equivoco da parte degli elettori. Fondata da un ex poliziotto (commissario di P.S.) ed ex magistrato che viene da una famiglia modesta e ha il figlio anch'esso in Polizia, oggi sembra peccare di "comunismo", come ogni cosa che non si piega all'adorazione senza riserve di Berlusconi.

L'elettore medio forse si accontenterà di una banale spiegazione: il potere corrompe tutti. Parzialmente vero. Ma è anche vera un'altra sconcertante verità: In italia sono i partiti che impongono la linea ai propri elettori, non gli elettori che, in base ad una serie di bisogni, di convinzioni, di aspirazioni, controllano e indirizzano i loro rappresentanti. Tutto il contrario di quello che succede nel resto del mondo democratico, e che mette in risalto la nostra spiccata tendenza al servilismo.
Fanno eccezione forse la Lega Nord e l'Italia dei Valori, partiti più radicati nel territorio.
La perdita della preferenza nel voto nazionale non è duque che l'effetto del comportamento dell'elettorato, cioè dei cittadini. Ma ci vorranno altri cinquecento anni di Unità per rendercene conto, e forse allora, tra secessionismo e terremoti non saremo più neanche l'Italia di una volta.

Tanti anni fa una persona usava queste parole nei confronti della partitocrazia: "Fuori dalla vera legittimità costituzionale si pongono quei partiti che rifiutano di attivare gli articoli sociali della Costituzione, che interpretano in maniera distorta l’articolo 49 e dal pluralismo fanno nascere il mostro che si chiama partitocrazia. Penso e affermo che fuori della Costituzione siano quei partiti che lottizzano in termini di potere e quindi di arbitrio la libertà di informazione attraverso il mezzo radio-televisivo".
Un comunista in vena della solita polemica? Un dipietrista antipatico che ci annoia con i soliti sermoni? Un massimalista della sinistra radicale (termine che tanto piace al TG1)?
No, era Giorgio Almirante, intervistato tanti anni fa.

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